Come organizzare il CV
Scritto da Sara Reale, Autrice • Ultimo aggiornamento 1 ottobre 2024

Come organizzare il tuo CV

Scrivere un curriculum come si deve vuol dire organizzare tutte le informazioni in modo da attrarre l’attenzione dei recruiter per un colloquio. A questo fine, è importante non solo scegliere i contenuti più significativi del tuo profilo (e i più funzionali alla candidatura), ma anche disporli nell’ordine adatto, seguendo una struttura in grado di evidenziarli al meglio. In questa guida, ti spieghiamo quali sono le diverse soluzioni possibili e come scegliere la più efficace per un curriculum vitae perfetto.

Che cos’è la struttura del CV? 

Che cosa si intende, esattamente, per “struttura di un CV”? 

La parola può riferirsi, in generale, all’aspetto complessivo del curriculum, quindi a layout, formattazione, elementi grafici e alle varie parti di cui è composto: tutti elementi che possono avere caratteristiche diverse, come puoi vedere nei nostri modelli di curriculum vitae (e anche nei modelli di lettera di presentazione). 

In questo articolo, per struttura intendiamo invece l’“architettura” del CV, e cioè l’insieme delle sezioni da cui è composto, che a loro volta, prese singolarmente, ne costituiscono i “mattoni”. Fare un curriculum è un po’ come costruire un edificio!

A seconda delle sezioni incluse e dell’ordine in cui sono disposte, la struttura del curriculum può essere di tipo:

  • Cronologico: se segue una linea temporale, dall’esperienza più lontana nel tempo alla più recente o viceversa;
  • Funzionale: se segue un criterio di importanza, e cioè se i contenuti sono organizzati in base al rilievo che hanno rispetto al profilo del candidato e ai requisiti richiesti.

Gli elementi indispensabili del CV 

A prescindere dal percorso che hai alle spalle e dagli obiettivi che vuoi raggiungere, le fondamenta di un CV ben strutturato sono le sezioni elencate qui di seguito.

Dati di contatto

Il primo passo per scrivere un curriculum vitae sono i dati di contatto: nome e cognome, indirizzo email, numero di telefono, ovvero ciò che serve ai recruiter per scriverti o chiamarti. Consiglio ovvio ma fondamentale: verifica che siano tutti aggiornati e senza errori.

Volendo puoi aggiungere la città di residenza, mentre l’indirizzo completo non è necessario, così come non lo sono data di nascita, nazionalità, genere, stato civile.

Utile anche, in questa sezione, inserire il link a un profilo social professionale o al proprio sito, se pertinente.

Presentazione personale

Serve a spiegare ruolo, punti di forza, obiettivi e motivazioni, ma attenzione: in poche righe. È come una lettera di presentazione “in miniatura”. L’ideale è scriverne più versioni, a CV concluso e lettera completata (magari dopo aver letto i nostri esempi di lettera di presentazione), ricordando sempre di adattarla alla candidatura. Con un po’ di esercizio, potrai usarla come efficace strategia di personal branding.

Esperienza professionale 

È indubbiamente il cuore del CV, da organizzare nel modo più preciso e puntuale possibile, indicando sempre, per ciascuna esperienza:

  • Nome dell’azienda 
  • Date di inizio e fine della collaborazione 
  • Ruolo assunto e compiti svolti, con descrizioni brevi ma accurate. 

Per colpire l’attenzione dei recruiter, includi anche i risultati raggiunti, idealmente con dati quantitativi che dimostrino esiti concreti, misurabili e oggettivi.

Nei CV dei giovani candidati, questa sezione include in genere esperienze di alternanza scuola-lavoro, stage o impieghi stagionali, analogamente dettagliati.

Formazione

Qualifica conseguita, istituto, anni di frequenza, votazione: anche in questo caso, completezza e precisione. Se sei all’inizio del tuo percorso di carriera, puoi aggiungere titolo della tesi, relatore, principali discipline, eventuali pubblicazioni, così come i corsi extra-curricolari, assegni di ricerca, seminari, webinar o cicli di convegni, se funzionali alla posizione di tuo interesse.    

Competenze

Si suddividono in hard skill, o competenze tecniche, e soft skill, o competenze trasversali, e a seconda della professione possono prevalere le une o le altre, ma nessun CV che si rispetti può fare a meno di quelle indispensabili al ruolo. Senza dimenticare competenze linguistiche e digitali, da segnalare in pressoché ogni ambito lavorativo. 

L’ordine delle sezioni conta?

Dati di contatto e presentazione personale sono sempre in prima posizione. A seguire, esperienze lavorative e formazione se sei un professionista, viceversa se hai da poco concluso gli studi. Dopodiché competenze ed eventuali sezioni facoltative, generalmente riservate a hobby e interessi personali. Questo è l’ordine standard, per guidare la lettura dei reclutatori in modo logico e sensato, ed è importante tenerne conto perché niente è casuale in un CV perfetto. 

Per scandire l’ordine delle sezioni e i relativi contenuti nel modo opportuno, e fare un curriculum vitae ad alta leggibilità sia per i reclutatori che per gli ATS (Applicant Tracking Systems), non dimenticare di inserire le parole chiave del caso nei posti giusti, per esempio ruoli e competenze richieste nell’annuncio di lavoro.

L’ordine delle sezioni ammette senz’altro delle variazioni, come succede per esempio nei CV funzionali (ne parliamo poco più avanti), ma entro certi limiti, e cioè a patto di non compromettere l’esposizione chiara ed efficace dei contenuti. 

CONSIGLIO DEGLI ESPERTI

La struttura del CV conta quanto i contenuti, non solo perché aiuta a leggerli in modo scorrevole e funzionale (fondamentale dal punto di vista dei recruiter), ma anche perché trasmette un’impressione di ordine e solidità, che fa pensare a un approccio al lavoro analogamente strutturato.

Il CV cronologico

Un CV a struttura cronologica è un formato di curriculum vitae che privilegia l’ordine temporale, laddove questo sia presente. Ciò significa che le sezioni dedicate a esperienze lavorative e formazione, e i loro contenuti, saranno disposte in ordine di tempo (dati di contatto, presentazione personale e competenze, non essendo vincolati a date, rimangono invariati).

Si tratta della disposizione più intuitiva, e non a caso della più utilizzata, perché tutti pensiamo al nostro percorso, di lavoro e di vita, in termini di tempo.

Questo ordine consente inoltre di evidenziare la progressione dei risultati, il che funziona molto bene per chi abbia conseguito, nel tempo, ruoli e posizioni a responsabilità crescente.

Esistono però due approcci diversi.  

Cronologia progressiva e cronologia inversa

L’ordine cronologico progressivo è quello che presenta gli eventi dal più lontano nel tempo al più vicino. L’ordine cronologico inverso procede invece in senso opposto, e cioè dall’esperienza più recente alla più lontana.

Qual è il più vantaggioso? La risposta a questa domanda dipende dal tuo profilo e dai tuoi obiettivi.

In linea di massima, i CV tendono a seguire una cronologia inversa: le attività più attuali sono infatti quelle di maggiore rilievo per risorse umane e datori di lavoro (tanto che, quando si parla di CV cronologico, si intende spesso, implicitamente, “CV cronologico inverso”).

 D’altra parte, i CV di chi è appena entrato nel mondo del lavoro, oppure i CV particolarmente sintetici, che non occupano più di una pagina, possono seguire l’ordine cronologico progressivo e avere analoga efficacia. 

Il CV funzionale

Il CV a struttura funzionale prevede un approccio del tutto svincolato dalla cronologia, dando precedenza e rilievo alle informazioni più importanti rispetto al profilo del candidato e ai fini della candidatura.

Chiariamo subito con un esempio. Un professionista esperto che abbia accumulato anni di esperienza in un determinato settore, anziché riempire pagine di elenchi puntati con le varie posizione assunte, può mettere in evidenza:

  • Le principali competenze specifiche
  • I maggiori risultati o riconoscimenti conseguiti
  • Le aziende di maggiore rilievo con le quali ha collaborato 

Viceversa, un neolaureato con un solo tirocinio alle spalle ma una serie di hard skill acquisite da autodidatta, e decisive per la posizione desiderata, può segnalarle in prima battuta, accompagnate dal dettaglio dei progetti portati a termine in autonomia. 

Il CV funzionale è spesso usato da free-lance che lavorano per più clienti, o da chi vuole cambiare completamente ambito lavorativo, e in generale da chi vuole puntare tutto sulle competenze piuttosto che sulla linearità del percorso. 

Si tratta di una soluzione che prevede una scrittura e una forma più libere (l’opposto, per intenderci, della rigida impostazione del CV europeo) e adattabili a una molteplicità di circostanze. Purché non si perda di vista l’obiettivo: far capire con chiarezza ai responsabili delle assunzioni punti di forza e obiettivi.

“L’ordine delle sezioni ammette senz’altro delle variazioni, ma entro certi limiti, e cioè a patto di non compromettere l’esposizione chiara ed efficace dei contenuti"

Tutto è possibile, con la struttura giusta

Per scrivere un CV come si deve, occorre scegliere la struttura più idonea al tuo percorso e ai tuoi obiettivi, selezionando e disponendo le diverse sezioni in ordine cronologico (inverso o meno) oppure funzionale. La scelta giusta è quella che consente di evidenziare al meglio il tuo valore in relazione al lavoro che ti interessa.

A questo punto, tenendo conto dei suggerimenti letti fin qui, prova a sperimentare. Scrivi più versioni del tuo CV con gli strumenti di Jobseeker, e non aver paura di tornare sui tuoi passi se l’esito non ti convince: modificare e aggiornare il documento è semplicissimo, così come variare modello e layout senza compromettere la tenuta della struttura.

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Sara Reale
Sara Reale
Autrice
Sara Reale, copywriter esperta in diversi settori d’impresa, trasforma temi complessi in contenuti divulgativi e piacevoli da leggere. In ambito di HR&career, propone spunti di riflessione e consigli pratici per aiutare i professionisti a distinguersi nel mercato del lavoro.

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