Nazionalità sul CV: meglio indicarla o no?

La nazionalità sul CV

In Italia, indicare la propria nazionalità sul curriculum vitae è una pratica comune ma non obbligatoria. Si tratta infatti di una scelta a esclusiva discrezione del candidato. In questo articolo ti spieghiamo perché, e vediamo anche quali sono le circostanze in cui invece è utile specificarla.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Questo è l’art. 3 della Costituzione italiana, la legge su cui si fonda l’ordinamento giuridico e politico della Repubblica Italiana, ed è il “mattone” basilare di moltissime libertà, inclusa quella di non indicare la propria nazionalità sul CV: siccome potrebbe essere oggetto di discriminazione, non è obbligatorio.

A questo proposito vale la pena ricordare che la Costituzione, in vigore dal 1948, è il documento che istituisce i princìpi democratici fondamentali dello Stato italiano, tra i quali appunto l’uguaglianza dei cittadini.

Su questa base, nel corso degli anni, è stata formulata una lunga serie di leggi e decreti anti-discriminatori, dagli art. 15 e 16 della legge 20 maggio 1970 (“Statuto dei lavoratori”), alle attuazioni delle direttive europee in materia di occupazione, fino al Codice delle pari opportunità (decreto legislativo n. 198/2006).

Le discriminazioni sono espressamente vietate per legge anche “in fase di accesso all’occupazione”, e cioè quando si presenta la propria candidatura. Siccome gli eventuali bias, nella lettura del CV, non sono rilevabili dal candidato, allora questi ha il diritto, sancito dalla legge, di evitarne il rischio non indicando dati che possano sollecitarli, come appunto la nazionalità. Da cui la libertà di non inserirla nel CV.

A queste importantissime premesse, si aggiunge oggi anche il discorso legato alla tutela della privacy e dei dati sensibili: così come non è obbligatorio indicare l’indirizzo di residenza, il genere, lo stato civile, non lo è nemmeno includere luogo di nascita e nazionalità.

Bisogna indicare la propria nazionalità nel CV?

E ora passiamo alle considerazioni pragmatiche. Perché, nonostante non sia obbligatoria, nei CV italiani la nazionalità è in genere indicata? Per diverse ragioni: per abitudine, per completezza, perché la consapevolezza rispetto alla possibilità di non farlo non è così diffusa, e anche perché, per la popolazione italiana che si candida in Italia, inserire o meno la nazionalità non è in ogni caso un problema.

Può esserlo invece per la popolazione straniera, anche se in possesso di regolare cittadinanza. Secondo un sondaggio Istat di qualche anno fa, “non essere italiano dalla nascita rappresenta un ostacolo per trovare un lavoro, o un lavoro adeguato, per il 36,2% degli stranieri e il 22% dei naturalizzati”. Il che fa supporre che la discriminazione etnica sussista, che colpisca non solo candidati stranieri di prima generazione ma anche di seconda, e che per queste fasce di popolazione non indicare la nazionalità sia effettivamente una tutela, oltre che un diritto.

Tutto questo significa che nel CV è meglio non indicare la nazionalità? No. Dipende semplicemente dai casi: se può portare con sé bias discriminatori, meglio di no. Se invece è funzionale alla candidatura, allora occorre senza dubbio inserirla. Nei paragrafi successivi ci occupiamo proprio delle circostanze in cui inserire la nazionalità nel curriculum è oggettivamente utile.

CONSIGLIO DEGLI ESPERTI

Cittadinanza e nazionalità sono la stessa cosa? No, anche se spesso tra le due si fa confusione (nel linguaggio comune, burocratico e a volte anche normativo!). La nazionalità è l’appartenenza di una persona a un certo gruppo, la cittadinanza indica invece l’appartenenza a uno stato: la prima ha una connotazione etnica, linguistica, storico-culturale, la seconda ha statuto giuridico. Nel CV, non è obbligatorio indicare né l’una né l’altra.

Quando inserire la nazionalità nel CV

Il fine del curriculum, non dimentichiamolo, è fornire a selezionatore e datore di lavoro tutti i dati necessari a valutare l’idoneità del tuo profilo al ruolo. Questi dati riguardano evidentemente formazione, esperienze professionali, competenze.

La nazionalità, in questo senso, è a tutti gli effetti un dato secondario. A meno che non sia funzionale alla candidatura: per chiarire informazioni diversamente ambigue, oppure perché dimostra competenze linguistiche da madrelingua o, ancora, perché specificatamente richiesta per l’accesso ad alcuni impieghi (in genere concorsi pubblici).

Vediamo una per una le diverse circostanze.

Se nome e cognome non corrispondono alla nazionalità

Se leggiamo un nome e un cognome italiani, penseremo automaticamente che la persona è di nazionalità italiana. Se leggiamo un nome e un cognome francesi, penseremo che è francese. E così via. Non necessariamente, però, la nazionalità coincide al nome e cognome.

In questo caso, specificare la nazionalità serve a dare un’informazione che diversamente potrebbe non essere dedotta. Vero è che a chiarire il dubbio saranno i dati relativi alla formazione e all’esperienza lavorativa, ma se vogliamo mettere le cose in chiaro a colpo d’occhio, allora inserire la nazionalità nel CV può essere utile.   

Se tutte le tue esperienze di lavoro sono all’estero

Una circostanza in cui è importante, per recruiter e datori di lavoro, conoscere la nazionalità del candidato è quella di un CV dove sono indicate soltanto esperienze di lavoro all’estero, o in cui prevalgono e includono anche quelle in corso.

Perché? Perché chi legge il CV potrebbe pensare che vivi all’estero, che la disponibilità a iniziare il lavoro possa non essere immediata, o richieda tempi e costi di trasferta. In questo caso, oltre a indicare la nazionalità, è bene specificare anche il luogo di residenza.

Se sono richieste conoscenze da madrelingua

Non è raro che le job description includano la dicitura “madrelingua inglese”, “madrelingua tedesco”, “madrelingua russo”. La ragione è che le conoscenze di un madrelingua comprendono non solo la comprensione perfetta, e la capacità di impiego, di ogni sfumatura della lingua, ma anche un bagaglio culturale che non è possibile apprendere altrimenti.

In questi casi, l’indicazione della nazionalità va a ulteriore supporto di queste preziose competenze. È quindi un punto di forza, che sarebbe controproducente non evidenziare. Tra l’altro, lo è non solo nei lavori che riguardano la scrittura (come il copywriting e la comunicazione), ma in moltissimi altri settori, come spieghiamo qui di seguito.

Se il lavoro richiede contatti diretti con persone della tua nazionalità

Discorso analogo se il lavoro per il quale ti stai candidando implica contatti diretti con persone della tua nazionalità.

In campo formativo, sociale, turistico, commerciale, e in ogni settore che si basa sull’interazione personale continua e in presenza, oltre che scritta, condividere la nazionalità è un elemento di vantaggio. Indica la comprensione profonda non solo della lingua, ma anche della cultura e della visione del mondo di un determinato paese, e rappresenta pertanto una solida base per costruire rapporti di fiducia.

Nel caso di grandi aziende multinazionali, o di aziende italiane che prevedono l’espansione in altri paesi e figure deputate all’internazionalizzazione, può essere particolarmente vantaggioso avere un curriculum a doppia cittadinanza, per ragioni linguistiche e culturali ma anche di facilità burocratiche per eventuali trasferte.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3 della Costituzione italiana)

Se ti candidi in un paese in cui indicare la nazionalità nel CV è pratica comune

In alcuni paesi indicare la nazionalità sul CV fa semplicemente parte delle abitudini del posto, così come includere (o meno) la propria fotografia.

Se ti candidi in Italia, questo articolo ti avrà fornito tutte le indicazioni utili per orientarti e fare la scelta più funzionale al ruolo. Se ti candidi all’estero, informati sul paese in cui invierai il curriculum, tenendo presente che in generale, sia in Europa che nel mondo anglosassone, il focus è principalmente su competenze ed esperienza lavorativa, il resto, inclusa la nazionalità, secondario.

Concorsi pubblici

I concorsi pubblici rappresentano un caso particolare, da molti anni dibattuto e attualmente in fase di revisione. 

In generale, e non solo in Italia, gli impieghi che implicano doveri e responsabilità di rilievo nei confronti dello stato richiedono il possesso della cittadinanza (per esempio quelli che comportano l’esercizio, diretto o indiretto, di pubblici poteri, o la conoscenza approfondita delle leggi e dei regolamenti nazionali).

Con l’ingresso dell’Italia nell’Unione Europea, questo vincolo è diventato gradualmente meno restrittivo, consentendo l’accesso ai posti pubblici, in ogni paese EU, a tutta la platea dei cittadini comunitari. Per i cittadini extracomunitari l’iter è stato più lungo e complesso, e rimane in gran parte ancora aperto.

In Italia, disposizioni recenti stabiliscono che la cittadinanza italiana (o di uno stato europeo) non è più requisito indispensabile per la partecipazione ai concorsi pubblici.

Tuttavia, prima di inviare la propria candidatura, occorre leggere con attenzione i requisiti indicati nel bando di concorso e le indicazioni fornite dall’amministrazione che lo gestisce, in modo da disporre di informazioni accurate, veritiere e aggiornate.

Come indicare la nazionalità nel CV

Se funzionale al ruolo di interesse, la nazionalità viene indicata nell’intestazione del CV, dopo i dati personali e di contatto. Se sei di nazionalità italiana scriverai quindi – dopo nome, cognome, città, numero di telefono, indirizzo email – “nazionalità italiana” (o “cittadinanza italiana”, o semplicemente “italiano/a”, a tua completa discrezione).

Molto semplice. Ma sarà ancora più semplice se usi gli strumenti di Jobseeker, che rendono la stesura del curriculum vitae estremamente veloce: basta scegliere, tra i numerosi modelli di curriculum vitae, quelli più adatti al tuo profilo e procedere con compilazione (e vale esattamente lo stesso per la lettera di presentazione e per i modelli di lettera di presentazione).

Quando non è necessario indicare la nazionalità nel CV

Chiariti bene i motivi per cui la nazionalità non è mai un’informazione obbligatoria da inserire in CV, concludiamo passando in rassegna tutti i casi in cui non è necessario indicare la nazionalità nel CV:

  • se hai delle buone ragioni per credere che l’indicazione della nazionalità possa suscitare dei bias discriminatori da parte di recruiter o datori di lavoro
  • se il tuo CV contiene tutte le informazioni utili ai selezionatori per avere un profilo chiaro e completo su di te, senza alcuna ambiguità (se per esempio sei nato in un determinato paese e hai sempre studiato e lavorato lì)
  • se i requisiti della job description non includono competenze da madrelingua o incarichi di rapporto diretto con persone di una determinata nazionalità o trasferte in determinati paesi esteri
  • se la tua candidatura è rivolta a un’azienda o a un’organizzazione privata e non a una pubblica amministrazione o a un ente governativo (nel qual caso occorre verificare con attenzione i requisiti del bando di concorso).
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